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Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2300, data: domenica 21 dicembre 2025

Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2300, data: domenica 21 dicembre 2025

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**1. Due martiri, uno dei quali un adolescente, e altri feriti dal fuoco dell’occupazione in Cisgiordania**

Due cittadini, uno dei quali un adolescente, sono stati uccisi dal fuoco delle forze di occupazione israeliane nelle località di Silat al-Harithiya e Qabatiya, nella città di Jenin, nel nord della Cisgiordania, mentre altri due sono rimasti feriti nelle città di Tulkarem e nella Gerusalemme occupata.
Nel villaggio di Silat al-Harithiya, a ovest di Jenin, il giovane Ahmad Saed Shahada Ziyoud (22 anni) è morto in seguito a una ferita da arma da fuoco al petto durante un’incursione delle forze di occupazione.
La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che le sue squadre hanno soccorso un giovane in condizioni critiche, colpito da proiettili veri al petto a Silat al-Harithiya, praticandogli la rianimazione cardiopolmonare e trasferendolo in ospedale, dove è stato successivamente dichiarato morto a causa delle ferite riportate.
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**2. Recupero delle salme di 94 martiri sepolti in modo improvvisato in una strada di Gaza**

La Protezione Civile nella Striscia di Gaza ha recuperato le salme di 94 palestinesi che erano stati sepolti in modo improvvisato in una delle strade di Gaza City durante la guerra di sterminio israeliana, in preparazione al loro trasferimento in cimiteri ufficiali.
Nel corso di due anni di guerra di sterminio israeliana, migliaia di palestinesi sono stati costretti a seppellire i propri cari in tombe temporanee e collettive, nei cortili delle scuole, degli ospedali e nelle strade, a causa dell’impossibilità di raggiungere i cimiteri ufficiali sotto gli intensi bombardamenti israeliani.
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**3. 13 martiri in due giorni… 70.925 il bilancio totale delle vittime della guerra di sterminio israeliana a Gaza**

Il Ministero della Salute palestinese ha riferito che, nelle ultime 48 ore, gli ospedali della Striscia di Gaza hanno registrato 13 martiri, tra cui 7 salme recuperate, oltre a 20 feriti, a seguito degli attacchi dell’occupazione israeliana e delle continue violazioni dell’accordo di cessate il fuoco.
Il ministero ha spiegato, nel rapporto statistico quotidiano pubblicato sabato, che diverse vittime si trovano ancora sotto le macerie e sulle strade, mentre le squadre di ambulanze e della Protezione Civile non sono finora riuscite a raggiungerle.
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**4. Sanità: Gaza affronta la peggiore crisi di farmaci dall’inizio della guerra di sterminio**

Il dottor Maher Shamya, vice sottosegretario del Ministero della Salute palestinese, ha confermato che la Striscia di Gaza sta attraversando attualmente la fase peggiore dall’inizio della guerra di sterminio, oltre due anni fa, per quanto riguarda la carenza di medicinali essenziali e di forniture mediche vitali, in concomitanza con un freddo intenso e una vasta diffusione di malattie stagionali.
Shamya ha affermato che ospedali e cliniche mediche del territorio affrontano una grave carenza a causa della chiusura dei valichi da parte dell’occupazione e dell’ingresso consentito solo di quantità molto limitate di farmaci, sottolineando che gli scaffali degli ospedali sono ormai quasi vuoti, nonostante la cessazione delle operazioni militari all’interno della Striscia.
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**5. Gli ospedali di Gaza sospendono gli interventi chirurgici a causa di una grave carenza di farmaci in pieno inverno rigido**

L’Ospedale da Campo Specializzato del Kuwait nella Striscia di Gaza ha annunciato la sospensione di tutti gli interventi chirurgici programmati ed emergenziali a causa della grave carenza di forniture mediche essenziali.
L’ospedale ha chiarito che la carenza riguarda anestetici, soluzioni mediche, materiali per la sterilizzazione e strumenti chirurgici necessari, confermando che la decisione è stata presa nel contesto della continua chiusura dei valichi e del divieto imposto da Israele all’ingresso di farmaci e attrezzature mediche.
In un contesto correlato, il dottor Maher Shamya ha ribadito che la Striscia di Gaza sta vivendo la fase peggiore dall’inizio della guerra di sterminio, oltre due anni fa, per quanto riguarda la mancanza di farmaci essenziali e di forniture mediche vitali, insieme a condizioni climatiche estremamente rigide e a una diffusa presenza di malattie stagionali.
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**6. Sotto la protezione dell’esercito di occupazione, i coloni devastano le proprietà dei palestinesi in Cisgiordania**

Le bande di coloni hanno continuato i loro attacchi nelle aree della Cisgiordania occupata. Un colono in uniforme militare ha oggi chiuso l’ingresso del villaggio di Umm al-Kheir e impedito il passaggio dei veicoli nella zona di Masafer Yatta, a sud di Hebron.
Milizie di coloni hanno attaccato veicoli palestinesi sotto la protezione delle forze di occupazione nei pressi della località di Ein Yabrud, a est di Ramallah.
Altri coloni hanno aperto una strada bloccata con pietre vicino alle abitazioni dei residenti nel villaggio di Attara, a nord di Ramallah.
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**7. Un colono in uniforme militare impedisce il passaggio dei veicoli in Cisgiordania**

Indossando un’uniforme militare, un colono ha chiuso l’ingresso del villaggio di Umm al-Kheir, impedendo il passaggio dei veicoli e ostacolando la mobilità dei residenti nella zona di Masafer Yatta, a sud della città di Hebron, nella Cisgiordania occupata.
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**8. Amnesty International chiede di fermare una nave che trasporta armi verso “Israele”**

Amnesty International ha chiesto l’adozione di misure per fermare la nave *Holger G*, di proprietà di una società tedesca, che trasporta 440 tonnellate di munizioni e attrezzature militari verso “Israele”.
L’organizzazione ha dichiarato in un comunicato che la nave batte bandiera portoghese ed è salpata dall’India diretta verso “Israele”, con a bordo 440 tonnellate di componenti di munizioni esplosive, missili e acciaio destinato all’uso militare.
Ha aggiunto che il carico presente a bordo della nave, partita a metà novembre scorso, appartiene alle aziende israeliane dell’industria della difesa Elbit Systems e IMI Systems.
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**9. Grave deterioramento delle condizioni di salute dei detenuti di “Palestine Action” in sciopero della fame in Gran Bretagna**

Le carceri britanniche stanno assistendo a uno sciopero della fame condotto da detenuti legati al movimento “Palestine Action”, in protesta contro le condizioni di detenzione e per chiedere quello che definiscono processi equi e la fine delle restrizioni a cui sono sottoposti all’interno delle prigioni. Sono stati lanciati avvertimenti su un grave peggioramento delle loro condizioni di salute, dopo che due di loro hanno raggiunto il 48° giorno di sciopero della fame senza assumere cibo.
La vicenda è stata raccontata in un articolo scritto dal detenuto in sciopero della fame Amo Gibb, pubblicato dal quotidiano britannico *The Guardian*, nel quale vengono esaminate le accuse rivolte agli scioperanti, le loro richieste e le misure repressive che affrontano in detenzione, tra cui l’imposizione di ordini di “non contatto” definiti falsi, la manipolazione degli orari delle visite e il divieto di partecipare a varie attività, a causa del loro sostegno alla causa palestinese.
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**10. Da Parigi a Berlino, manifestazioni rifiutano la tutela sulla Palestina e denunciano la complicità con Israele**

Diverse città europee hanno visto manifestazioni e cortei di massa in solidarietà con il popolo palestinese, rifiutando qualsiasi forma di tutela internazionale su di esso e denunciando quella che i manifestanti hanno definito la complicità dei governi occidentali con Israele.
Nella capitale francese Parigi, centinaia di manifestanti hanno partecipato a una marcia conclusasi con un presidio in Place de la République, dove i partecipanti hanno affermato che la guerra contro Gaza non si è realmente fermata nonostante l’annuncio di un cessate il fuoco, denunciando il perdurare del blocco imposto alla Striscia in un contesto di silenzio internazionale.
Gli organizzatori hanno dichiarato che i palestinesi non perdono la vita solo a causa dei colpi dell’occupazione, ma anche per il freddo, la fame e sotto le macerie delle case distrutte, indicando quelle che considerano posizioni complici di paesi occidentali, tra cui Francia, Germania e Regno Unito.
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**11. Appelli ad agire contro la compagnia britannica “North Standard” per l’assicurazione di navi cariche di armi destinate all’occupazione**

Il movimento di boicottaggio ha avvertito, in un comunicato, che la compagnia assicurativa britannica North Standard sta assicurando due navi che trasportano oltre 2.000 tonnellate di equipaggiamenti militari all’occupazione, utilizzati nei crimini di sterminio contro palestinesi disarmati.
Il movimento ha spiegato che la prima nave, *Holger G*, trasportava circa 440 tonnellate di armi per Elbit Systems e la sua controllata IMI Systems, mentre rapporti investigativi irlandesi hanno confermato che la seconda nave, *Ocean Gladiator*, trasportava circa 1.605 tonnellate di munizioni, il più grande carico di armi arrivato in “Israele” dall’ottobre 2023.
Il movimento ha indicato che le spedizioni includono proiettili d’artiglieria, munizioni in rame, maglie di munizioni M9, nitrato di potassio di grado militare e solfato di bario, avvertendo che l’assicurazione di tali carichi costituisce una partecipazione diretta ai crimini di genocidio secondo il diritto internazionale, che obbliga le aziende a non fornire alcun supporto che possa contribuire ad atti di genocidio.
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**12. L’organizzazione “Madri contro il genocidio” chiede il boicottaggio di Microsoft e Xbox**

L’organizzazione “Madri contro il genocidio” ha invitato al boicottaggio di Microsoft e Xbox nell’ambito di una campagna di pressione affinché l’azienda ponga fine alla propria complicità con l’occupazione israeliana.
L’organizzazione ha affermato che Microsoft partecipa direttamente al sostegno di un sistema di apartheid e di genocidio commesso da “Israele” contro i palestinesi, invitando tutti a boicottare i prodotti dell’azienda e a non acquistare i suoi giochi né abbonarsi ai suoi servizi.
L’appello è arrivato durante il periodo delle festività, sottolineando che questo momento dovrebbe essere un’occasione per inviare un chiaro messaggio morale e umanitario: il genocidio non è un gioco e la solidarietà con il popolo palestinese è una responsabilità collettiva della comunità internazionale e dei consumatori.
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**13. La musicista Björk invita l’Islanda a ritirarsi dall’Eurovision dopo la partecipazione di Israele**

La musicista islandese Björk ha annunciato il suo sostegno pubblico agli appelli che chiedono il ritiro dell’emittente pubblica islandese (RÚV) dal concorso Eurovision, affermando che le decisioni dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER) sono in contrasto con i valori dichiarati della competizione, in primo luogo quelli di unità e inclusione.
Björk ha ricondiviso dichiarazioni che esortano l’emittente islandese ad assumere una posizione chiara, in linea con le prese di posizione di altri artisti e figure culturali che hanno espresso la loro opposizione alla continua partecipazione di “Israele” al concorso.
In un contesto correlato, Björk fa parte del più ampio movimento di boicottaggio artistico noto come “No Music for Genocide”, che include diversi artisti internazionali, tra cui la band Massive Attack, alcuni dei quali hanno rimosso o limitato la diffusione delle loro opere musicali in “Israele” in protesta contro la guerra in corso contro la Striscia di Gaza.
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**14. Restrizioni alla stampa durante una manifestazione a sostegno della Palestina in Germania**

La polizia tedesca ha impedito ai giornalisti di svolgere la copertura mediatica durante una manifestazione a sostegno della Palestina nella città di Berlino.

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