
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2276, data: martedì 25 novembre 2025
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2276, data: martedì 25 novembre 2025
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**1. Coloni incendiano terreni agricoli a nord di Ramallah**
Coloni hanno incendiato terreni agricoli tra le cittadine di ‘Atara e Birzeit, a nord di Ramallah, nella Cisgiordania occupata.
Fonti locali hanno riferito che un gruppo di coloni ha dato fuoco a terreni agricoli nella zona situata tra le due cittadine, appartenenti a residenti del luogo.
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**2. Ben Gvir agli abitanti di al-Laqiyya: “Qui sono io il padrone di casa”**
“Esci fuori!” Il ministro israeliano della Sicurezza Nazionale, Itamar Ben Gvir, noto per le sue posizioni estremiste, entra in una disputa con il deputato della Knesset Walid al-Hawashla durante la sua visita al villaggio di al-Laqiyya, nel Negev, tra cori di protesta da parte dei residenti.
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**3. L’Associazione della Stampa Estera chiede la fine dei ritardi nell’ingresso dei giornalisti a Gaza**
L’Associazione della Stampa Estera (FPA) ha espresso il proprio disappunto per la decisione della Corte Suprema israeliana di concedere un’ulteriore proroga al governo per rispondere alla nostra petizione riguardante il libero e indipendente accesso a Gaza.
L’associazione ha dichiarato: “Siamo ormai abituati a tali ritardi negli ultimi 14 mesi da quando è stata presentata la petizione. Il governo israeliano ha chiarito più volte di non avere alcuna intenzione di aprire Gaza alla stampa né di avere un piano per farlo”.
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**4. Personale medico in Australia esprime solidarietà con Gaza e i colleghi palestinesi**
Operatori sanitari del gruppo *Health Workers of South Australia* hanno organizzato un sit-in presso il centro commerciale Rundle Mall in Australia, in commemorazione dei loro colleghi a Gaza e in segno di solidarietà.
In una dichiarazione, hanno affermato che dall’inizio del cessate il fuoco l’occupazione ha commesso oltre 395 violazioni, provocando il martirio di più di 330 persone e il ferimento di circa 788 altre, tra cui 67 bambini, con una media di due bambini al giorno.
Hanno aggiunto che l’occupazione continua a detenere 9.100 palestinesi nelle sue prigioni, migliaia dei quali senza accuse, tra cui 400 bambini.
I partecipanti hanno ribadito che il genocidio a Gaza non è finito, invitando a continuare la sensibilizzazione sulla situazione umanitaria in Palestina.
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**5. Sicurezza Microsoft aggredisce dipendenti filo-palestinesi**
Manifestanti del movimento “No Azure for Apartheid” sono stati aggrediti violentemente da guardie di sicurezza private contrattate da Microsoft durante la conferenza *Microsoft Ignite*.
Secondo il movimento, il personale di sicurezza ha attaccato i manifestanti pacifici senza alcun avvertimento o richiesta di allontanamento, causando ferite lievi tra i membri del gruppo.
Testimoni hanno riferito che alcuni passanti sono intervenuti per calmare la situazione, mentre i manifestanti hanno presentato una denuncia ufficiale alla polizia contro le squadre di sicurezza per aggressione e violenza.
Il movimento ha affermato che Microsoft è pienamente responsabile della violenza subita e ha sottolineato che non arretrerà nella sua attività contro il genocidio a Gaza.
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**6. Nastri con i nomi di 20.000 bambini di Gaza in Italia**
“Non sono numeri”. Migliaia di nastri bianchi commemorano i nomi di 20.000 bambini martiri di Gaza in un’installazione artistica che ha ricoperto una piazza nella città di Brescia, in Italia.
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**7. Protesta davanti alle sedi di Allianz nel Regno Unito per il suo sostegno a Elbit**
Attivisti pro-Palestina del gruppo *Allianz Insures Genocide* sono tornati a protestare presso gli uffici della compagnia assicurativa “Allianz”, situati nell’edificio Landmark su Oxford Road a Manchester, nel Regno Unito.
La protesta chiedeva che Allianz ritiri i suoi investimenti da *Elbit Systems*, azienda produttrice di armi utilizzate contro i palestinesi nella guerra genocida, e che rescinda le polizze assicurative che proteggono i dipendenti di Elbit dalla responsabilità per i loro crimini.
I manifestanti hanno affermato che il continuo sostegno di Allianz a società sioniste, nonostante i crimini documentati contro i palestinesi, rappresenta un coinvolgimento nell’attuale genocidio a Gaza, e hanno sottolineato l’importanza del proseguire la pressione popolare e internazionale per interrompere qualsiasi relazione con Israele.
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**8. Attivisti britannici attaccano una fabbrica militare che supporta l’esercito israeliano e gli F-35**
Attivisti britannici hanno documentato un attacco a una fabbrica militare nel Regno Unito che produce componenti utilizzate nelle armi dell’esercito israeliano e nei caccia F-35, come parte di una campagna di protesta contro il sostegno occidentale all’occupazione israeliana.
Secondo le fonti, la fabbrica appartiene alla società “Land AMETEK”, che produce anche componenti per *Elbit Systems*, nota per il suo equipaggiamento fornito all’esercito israeliano, in particolare a Gaza.
Durante l’azione, gli attivisti hanno scritto slogan di protesta sulla facciata dell’edificio, condannando la collaborazione con l’esercito israeliano, e hanno usato vernice rossa come simbolo del “sangue delle vittime palestinesi”.
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**9. Il Cile lancia una campagna internazionale per espellere Israele dalle Nazioni Unite**
Organizzazioni della società civile cilena si preparano a lanciare una campagna internazionale per chiedere l’espulsione di Israele dall’ONU, sulla base dell’articolo 6 della Carta delle Nazioni Unite, a causa delle “continue e sistematiche violazioni” del diritto internazionale.
L’avvocato ed ex ambasciatore cileno Nelson Haddad ha presentato il quadro giuridico dell’iniziativa, affermando che Israele è ormai considerato uno “stato paria” secondo il diritto internazionale, poiché non rispetta le risoluzioni dell’ONU né il diritto umanitario e continua le sue violazioni da oltre settant’anni.
I promotori affermano che il meccanismo proposto è stato usato in precedenti momenti storici, come la guerra di Corea e l’invasione russa dell’Ucraina, e ritengono che oggi possa costituire uno strumento di pressione istituzionale capace di superare la paralisi del Consiglio di Sicurezza.
La campagna sarà lanciata ufficialmente il 26 novembre in un evento pubblico a Santiago; la petizione online diretta al Segretario generale dell’ONU ha superato le 57.000 firme, con l’obiettivo di raggiungere 100.000, riflettendo un’ampia risposta popolare alla situazione umanitaria in Palestina.
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**10. Fondazione Umanitaria Gaza: conclusa la nostra missione d’emergenza a Gaza**
La Fondazione Umanitaria Gaza ha annunciato che la sua missione d’emergenza si è ufficialmente conclusa e che non avrà più alcuna presenza all’interno della Striscia di Gaza.
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**11. Israele incita contro giornalisti di Gaza**
“Polonia o Gaza?” Attacco ufficiale israeliano contro il giornalista Mu‘tasem Dalloul a causa della funzione di geolocalizzazione sulla piattaforma X.
