
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2282, data: lunedì 1 dicembre 2025
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2282, data: lunedì 1 dicembre 2025
1. Raid, bombardamenti d’artiglieria e demolizioni di case… violazioni israeliane continue a Gaza**
L’esercito di occupazione israeliano continua a violare l’accordo di cessate il fuoco per il 51° giorno consecutivo, effettuando raid aerei, bombardamenti d’artiglieria e demolizioni di case in diverse aree della Striscia di Gaza.
Il settore ha assistito a una notevole escalation sul campo, quando i veicoli israeliani hanno aperto un fuoco intenso nei pressi dell’asse Moraj, a nord della città di Rafah, generando paura e panico tra gli abitanti delle zone circostanti.
Gli aerei da guerra hanno inoltre condotto una serie di attacchi contro diversi quartieri della città, accompagnati da esplosioni che hanno distrutto abitazioni e edifici residenziali.
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### **2. Cinquanta giorni dal cessate il fuoco… 357 martiri e 903 feriti nell’aggressione israeliana a Gaza**
L’Ufficio stampa del governo ha condannato la continua e sistematica violazione da parte delle autorità di occupazione israeliane della decisione di cessate il fuoco, in vigore da oltre 50 giorni.
Ha confermato che, fino alla sera di sabato, tali violazioni ammontavano complessivamente a 591, in una palese violazione del diritto internazionale umanitario e del protocollo umanitario allegato all’accordo.
L’Ufficio ha precisato che queste violazioni hanno causato la morte di 357 civili — per lo più bambini, donne e anziani — e il ferimento di 903 persone con diverse gravità. Ha inoltre riferito dell’arresto arbitrario di 38 cittadini durante le incursioni, sottolineando l’intento dell’occupazione di minare l’accordo e creare una realtà sanguinosa sul terreno che minaccia la stabilità del settore.
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### **3. Ministero della Salute di Gaza: grave carenza nei servizi oculistici minaccia migliaia di pazienti di perdere la vista**
Il Ministero della Salute di Gaza ha avvertito oggi dell’aggravarsi delle sofferenze dei pazienti affetti da malattie oculari a causa delle gravi difficoltà che il settore sanitario sta affrontando a causa dell’assedio e dell’aggressione continua.
Il Ministero ha affermato che la prosecuzione di questa situazione minaccia migliaia di pazienti di una perdita irreversibile della vista.
In un comunicato stampa, ha spiegato che il deterioramento delle attrezzature diagnostiche e chirurgiche negli ospedali rende difficile effettuare gli interventi necessari, provocando un accumulo di casi e tempi di attesa sempre più lunghi. Il tutto avviene in un contesto di grave carenza di farmaci essenziali per i servizi oculistici, descritti come “molto limitati” e insufficienti anche per le emergenze.
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### **4. Centro per la Protezione dei Giornalisti: stupro e tortura sessuale di un giornalista palestinese nel carcere di “Sde Teiman”**
Il Centro per la Protezione dei Giornalisti Palestinesi (PJPC) ha dichiarato che un giornalista palestinese detenuto dalle autorità israeliane è stato vittima di stupro e tortura sessuale mediante l’uso di un cane addestrato.
Ciò gli ha causato un grave trauma psicologico che gli ha fatto perdere stabilità mentale per oltre due mesi — una delle più gravi violazioni documentate contro i giornalisti nelle prigioni israeliane.
Secondo il centro, il crimine è avvenuto nel centro di detenzione di “Sde Teiman”, dove il giornalista e altri sette detenuti sono stati trascinati con la forza in un’area isolata del campo.
Qui avrebbero subito aggressioni sessuali collettive alla presenza di soldati israeliani, alcuni dei quali avrebbero filmato e deriso le vittime, tenendole bendate, ammanettate e prive di qualsiasi protezione legale o umanitaria.
Il giornalista, identificato come “Yahya” per proteggere la sua famiglia, ha riferito che l’aggressione è durata circa tre minuti, seguita da un crollo psicologico di oltre due mesi. Giuristi e medici hanno confermato che i sintomi corrispondono al disturbo acuto da stress e al disturbo post-traumatico da stress (PTSD).
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### **5. Bassal: circa 10.000 corpi sotto le macerie a Gaza, ma gli sforzi di recupero si basano su un solo escavatore**
Il portavoce della Protezione Civile di Gaza, Mahmoud Bassal, ha dichiarato che gli sforzi per recuperare i corpi dei martiri sotto le macerie non hanno finora portato a progressi significativi.
Ha aggiunto che nessun macchinario pesante è entrato nella Striscia, a eccezione di un solo escavatore che opera nella zona centrale.
Ha spiegato che, una volta terminati i lavori nella zona centrale o nel sud, l’escavatore verrà spostato nei governatorati di Gaza e del Nord.
Bassal ha sottolineato che un solo escavatore non è sufficiente per recuperare l’enorme numero di corpi sotto le macerie e ha ribadito la necessità urgente di introdurre ulteriori mezzi per risolvere la questione nel più breve tempo possibile e con il minor rischio.
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### **6. Ministero della Salute: 70.103 martiri e 170.985 feriti — il bilancio dell’aggressione contro Gaza**
Il Ministero della Salute di Gaza ha riferito che negli ospedali sono arrivati tre martiri — tra cui uno recuperato sotto le macerie — e due feriti nelle ultime 24 ore.
Ha precisato che numerose vittime si trovano ancora sotto le macerie o per strada e che le squadre di soccorso e della protezione civile non riescono ancora a raggiungerle.
Ha aggiunto che dal cessate il fuoco dell’11 ottobre sono stati registrati 356 martiri e 908 feriti, mentre i corpi recuperati sono 607.
Il bilancio totale dell’aggressione israeliana è ora salito a **70.103 martiri** e **170.985 feriti** dal 7 ottobre 2023.
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### **7. In 50 giorni: 591 violazioni israeliane, 357 martiri e 903 feriti a Gaza**
L’Ufficio stampa del governo di Gaza ha dichiarato che nei 50 giorni successivi all’entrata in vigore del cessate il fuoco l’esercito di occupazione ha commesso 591 violazioni che hanno provocato 357 martiri e 903 feriti.
Ha aggiunto che la maggior parte delle vittime sono bambini, donne e anziani, oltre ai 38 cittadini arrestati arbitrariamente durante le incursioni.
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### **8. Manifestazioni in oltre 40 città spagnole in solidarietà con la Palestina**
La Spagna ha assistito a cortei e manifestazioni in solidarietà con la Palestina in oltre 40 città, tra cui Madrid e Barcellona.
Numerosi spagnoli sono scesi in piazza per condannare e protestare contro “Israele”, in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, il 29 novembre.
Madrid e Barcellona hanno registrato la partecipazione più numerosa. I manifestanti portavano cartelli con scritte come: “Fermate il genocidio” e “Divieto totale di vendita di armi a Israele”.
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### **9. Migliaia di argentini manifestano in solidarietà con il popolo palestinese**
«Vogliamo condannare il nostro governo, che ha sostenuto Netanyahu nell’uccisione dei palestinesi».
Migliaia di argentini hanno manifestato nel centro di Buenos Aires in occasione della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese.
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### **10. Attivisti prendono di mira le strutture “Curtiss-Wright” in Scozia per il suo supporto all’industria bellica israeliana**
Attivisti pro-Palestina del gruppo *The After Shock* hanno preso di mira le strutture della società Curtiss-Wright in Scozia per protestare contro la fornitura di tecnologie utilizzate nella produzione di armi per le aziende Thales e Leonardo, coinvolte nell’armamento dell’esercito israeliano.
Gli attivisti hanno dichiarato che il governo britannico «pone gli interessi dell’industria bellica e le sue relazioni con Israele al di sopra della vita di centinaia di migliaia di palestinesi», sottolineando che «se ci fosse volontà politica, gli aerei militari potrebbero essere fermati immediatamente».
Il comunicato afferma inoltre che le autorità britanniche stanno cercando di «criminalizzare un movimento che chiede un embargo sulle armi a Israele», mentre gli attivisti hanno promesso di continuare la pressione per porre fine ai contratti con i principali produttori di armi coinvolti nella guerra di sterminio a Gaza, tra cui Leonardo e Thales.
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### **11. Arrestati creatori di un podcast in Scozia dopo un video a sostegno del movimento “Palestine Action”**
Due noti podcaster scozzesi — David McGinnes e David Milligan, noti come “The Two Davids” — sono stati arrestati e accusati in base alla legge antiterrorismo britannica dopo aver espresso sostegno al movimento Palestine Action, classificato come organizzazione terroristica dal governo britannico lo scorso luglio.
La polizia ha riferito che i due uomini, di 58 e 68 anni, sono stati arrestati per «sostegno a un’organizzazione vietata» e che un rapporto sarà presentato al procuratore scozzese per decidere se procedere con accuse formali.
Le accuse sono legate a un video in cui i due criticavano la decisione del governo britannico.
McGinnes ha dichiarato su Facebook di essere stato trattenuto nella stazione di polizia di Motherwell prima di essere rilasciato senza restrizioni. Ha aggiunto: «Credo che il mio collega Milligan sia attualmente detenuto nella stazione di Clydebank, dove è stato anch’egli accusato ai sensi della legge antiterrorismo».
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### **12. Ampie proteste all’Università di Edimburgo in Scozia in solidarietà con la Palestina**
Appartamenti studenteschi sono stati perquisiti per aver esposto bandiere palestinesi… Ampie proteste hanno attraversato l’Università di Edimburgo per denunciare la guerra israeliana contro Gaza.
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### **13. Comune polacco interrompe un gemellaggio con una città israeliana in protesta contro il “genocidio”**
Il comune di Sopot, situato sulla costa del Mar Baltico, ha deciso di porre fine al gemellaggio con la città israeliana di Ashkelon, diventando la prima autorità locale in Polonia a interrompere completamente i rapporti con una città israeliana in protesta contro quello che ha definito «genocidio a Gaza».
Secondo *Yedioth Ahronoth*, la decisione pone fine a una partnership durata 32 anni. Il quotidiano ha descritto l’iniziativa di Sopot come «una forte protesta politica», in linea con il motto della città: «Sopot — Città dei diritti umani».
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### **14. Catena umana in Sudafrica in solidarietà con i prigionieri palestinesi**
A Città del Capo, capitale del Sudafrica, è stata formata una catena umana in solidarietà con i prigionieri palestinesi. I partecipanti hanno esposto cartelli con foto e nomi di diversi detenuti, chiedendone il rilascio.
