
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2294, data: lunedì 15 dicembre 2025
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2294, data: lunedì 15 dicembre 2025
1. Coloni sradicano 40 alberi di ulivo a est di Gerusalemme**
Coloni israeliani hanno distrutto circa quaranta alberi di ulivo nella località di Mikhmas, a nord-est di Gerusalemme occupata. Il Governatorato di Gerusalemme ha dichiarato in un comunicato che coloni israeliani hanno attaccato la zona di Al-Hayy nella città di Mikhmas e hanno abbattuto circa 40 alberi di ulivo appartenenti al cittadino palestinese Asaad Kanaan.
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**2. Coloni incendiano proprietà palestinesi**
Coloni appiccano il fuoco alle proprietà dei cittadini palestinesi nella zona di Kafr Malik, a est di Ramallah.
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**3. Il martirio del prigioniero Zaoul nelle carceri dell’occupazione: un crimine che si aggiunge al dossier delle esecuzioni dei detenuti**
Il prigioniero Sakhr Ahmad Khalil Zaoul (26 anni), originario della località di Husan, vicino a Betlemme, è caduto martire nella prigione di “Ofer” dell’occupazione israeliana. Si tratta di un nuovo crimine che si aggiunge al lungo elenco dell’occupazione nell’esecuzione dei prigionieri e nella loro uccisione lenta attraverso torture e negligenza medica.
Il movimento ha espresso il proprio cordoglio in un comunicato, sottolineando che questo crimine riflette la politica dell’occupazione di portare avanti l’esecuzione dei detenuti. Ha inoltre ribadito che questo nuovo crimine si aggiunge al nero bilancio delle violazioni commesse contro i prigionieri palestinesi, nel quadro di una politica di negligenza medica deliberata, tortura e trattamenti brutali volti a spezzare la loro volontà e minare la loro resistenza.
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**4. Martire ucciso dal fuoco dell’occupazione a Hebron, l’esercito trattiene il corpo**
Un giovane è caduto martire dopo aver ceduto alle ferite causate dai colpi dell’occupazione a nord della città di Hebron.
Il Ministero della Salute ha riferito che l’Autorità Generale per gli Affari Civili lo ha informato del martirio di Mohammad Wael Al-Sharouf (23 anni), colpito a morte dal fuoco dell’occupazione israeliana a nord di Hebron, e della ritenzione del suo corpo. Il giovane Al-Sharouf era stato ferito dalle forze di occupazione israeliane all’ingresso nord della città di Hebron.
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**5. Sanità a Gaza: 9 martiri e 45 feriti in 24 ore**
Il Ministero della Salute nella Striscia di Gaza ha annunciato che gli ospedali del territorio hanno accolto, nelle ultime 24 ore, 9 martiri — di cui 5 nuovi e 4 recuperati dalle macerie — oltre a 45 feriti nello stesso periodo.
Il ministero ha precisato che dal cessate il fuoco dell’11 ottobre 2025 il numero totale dei martiri ha raggiunto 391, mentre i feriti sono 1.063, oltre a 632 corpi recuperati.
Ha inoltre indicato che il bilancio dell’aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023 è salito a 70.663 martiri e 171.139 feriti.
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**6. Mezzaluna Rossa: metà della popolazione di Gaza vive in tende fatiscenti senza condizioni di vita dignitose**
Raed Al-Nims, portavoce della Mezzaluna Rossa Palestinese a Gaza, ha dichiarato che oltre la metà della popolazione della Striscia di Gaza vive in tende logore, in mezzo a gravi condizioni meteorologiche.
Ha spiegato che piogge e inondazioni hanno spazzato via più di 20.000 tende, segnalando diverse vittime a causa del freddo intenso e del crollo delle abitazioni.
Ha aggiunto che un milione e mezzo di sfollati vive senza alloggi né luoghi che offrano i requisiti più elementari per la vita, confermando che le squadre dell’associazione incontrano grandi difficoltà nel fornire servizi a causa delle risorse limitate.
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**7. Proteste delle famiglie dei prigionieri, dei feriti e dei martiri dopo il taglio degli stipendi**
Grandi manifestazioni delle famiglie dei prigionieri, dei feriti e dei martiri palestinesi nelle città di Nablus e Tulkarem, in protesta contro la sospensione dei loro stipendi da parte dell’Autorità Palestinese a Ramallah.
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**8. Manifestazione contro il Primo Ministro britannico in solidarietà con Palestine Action**
Attivisti pro-Palestina e pro-Gaza hanno organizzato una manifestazione a Dublino, capitale dell’Irlanda, contro il Primo Ministro britannico Keir Starmer, a causa dell’incarcerazione di attivisti del movimento Palestine Action, chiedendone l’immediata liberazione.
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**9. La polizia olandese disperde i sostenitori della Palestina ad Amsterdam**
Impedendo l’avanzata dei manifestanti e arrestando alcuni di loro, la polizia olandese è intervenuta contro i dimostranti pro-Palestina riuniti per protestare contro un evento che un artista israeliano avrebbe dovuto tenere nella capitale, Amsterdam.
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**10. Il movimento di boicottaggio in Francia avverte di un tentativo di far passare una spedizione militare diretta in Israele**
Il movimento di boicottaggio in Francia ha annunciato di non avere dubbi sul fatto che le aziende “Ober” e “Duval” — coinvolte nella fornitura di materiali e metalli utilizzati nell’industria militare — stiano cercando di consegnare una spedizione a “Israele” “a qualsiasi costo”, anche modificando la rotta di trasporto qualora il passaggio attraverso il percorso principale risultasse impossibile.
La campagna ha affermato, in un comunicato, di continuare la propria mobilitazione e le azioni contro questa spedizione e contro qualsiasi altra operazione di trasporto che possa contribuire al genocidio e ai crimini commessi dall’occupazione contro il popolo palestinese indifeso.
Ha invitato le autorità francesi e la comunità internazionale a imporre un embargo militare totale su “Israele” e a porre fine a ogni forma di cooperazione ed esportazione militare che contribuisca alla prosecuzione di gravi violazioni del diritto internazionale in Palestina.
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**11. Gli Emmy premiano un film su Gaza nonostante il rifiuto di trasmetterlo negli Stati Uniti**
Il documentario *Kill Zone: Inside Gaza* ha vinto un premio Emmy internazionale, nonostante il rifiuto delle reti statunitensi di acquistarlo o trasmetterlo, secondo quanto riportato dai media.
Prodotto dall’emittente britannica Channel 4, il film racconta la vita quotidiana dei palestinesi nella Striscia di Gaza durante la guerra attraverso le testimonianze di civili, bambini e personale medico, documentando gli effetti dei bombardamenti, dello sfollamento e delle perdite umanitarie.
La vittoria del film riflette un riconoscimento internazionale dell’importanza della documentazione indipendente sul campo, mentre molte istituzioni mediatiche occidentali continuano a rifiutare la diffusione di opere che presentano la narrazione palestinese.
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**12. Protesta davanti all’ufficio del ministro degli Esteri britannico in sostegno ai “Feltham 24”**
Attivisti pro-Palestina del gruppo Palestine Pulse hanno manifestato davanti all’ufficio del ministro degli Esteri britannico David Lammy, protestando contro la posizione complice del governo britannico nei confronti di “Israele” e il silenzio dei media, in particolare della BBC, sulla vicenda degli attivisti pro-Palestina in sciopero della fame noti come i “Feltham 24” nelle carceri britanniche.
Durante la protesta, i partecipanti hanno innalzato slogan chiedendo di aumentare la pressione sulla BBC affinché faccia luce sulla causa degli scioperanti della fame.
Gli organizzatori hanno inoltre lanciato un appello all’azione sui social media, che ha ottenuto centinaia di “mi piace” e decine di commenti, incoraggiando i solidali a contattare direttamente la BBC tramite WhatsApp nell’ambito di una campagna organizzata volta a rompere il blackout mediatico.
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**13. Protesta davanti alla casa del direttore del New York Times per la promozione di una narrativa che giustifica il genocidio**
Un gruppo di attivisti indipendenti ha organizzato una protesta davanti alla casa del direttore del *New York Times*, Joe Kahn, chiedendo che venga chiamato a rispondere per la promozione, da parte del giornale, di una narrativa che giustifica il genocidio e le politiche imperialiste attraverso la sua copertura degli eventi nella Striscia di Gaza.
I manifestanti hanno sottolineato che dal cosiddetto “cessate il fuoco” annunciato il 10 ottobre 2025, più di 357 palestinesi sono stati uccisi, mentre il giornale continua a descrivere il cessate il fuoco come “tenuto” e a presentare le violazioni e i crimini sionisti — quando vengono menzionati — come semplici “prove” dell’accordo, una formulazione che, secondo gli attivisti, sminuisce il valore delle vite palestinesi.
