
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2295, data: martedì 16 dicembre 2025
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2295, data: martedì 16 dicembre 2025
1. L’occupazione continua a violare il cessate il fuoco e lancia attacchi a est di Gaza**
Le forze di occupazione israeliane hanno continuato a violare l’accordo di cessate il fuoco per il 66º giorno consecutivo, lanciando raid aerei ed effettuando bombardamenti e operazioni di demolizione a est della Striscia di Gaza.
Una fonte locale ha riferito che veicoli militari israeliani hanno aperto il fuoco a est del campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, mentre l’artiglieria israeliana ha bombardato l’area di Al-Faluja a ovest del campo, con la partecipazione anche di elicotteri militari.
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**2. Una tempesta sradica le tende degli sfollati nella Striscia di Gaza**
La catastrofe umanitaria continua. I forti venti minacciano di sradicare le tende degli sfollati, che già soffrono per le forti piogge e il calo delle temperature.
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**3. Le forze di occupazione israeliane arrestano il ferito Saeed Al-Amour in Cisgiordania**
Dopo aver perso una gamba alcuni mesi fa a causa di un colpo d’arma da fuoco sparato da un colono, le forze di occupazione israeliane hanno arrestato il ferito Saeed Al-Amour mentre difendeva la sua terra in seguito a un’incursione dei coloni, a Masafer Yatta, a sud di Hebron, in Cisgiordania occupata.
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**4. Sanità a Gaza: 393 martiri dall’inizio del cessate il fuoco e 632 corpi recuperati**
Il Ministero della Sanità di Gaza ha annunciato che il bilancio delle vittime del genocidio israeliano è salito a 70.665 martiri dal 7 ottobre 2023. Gli ospedali della Striscia hanno accolto, nelle ultime 24 ore, due nuovi martiri e sei feriti.
In un comunicato stampa, il ministero ha indicato che dall’accordo di cessate il fuoco dell’11 ottobre scorso, il numero dei martiri e dei feriti ha raggiunto 393 martiri e 1.068 feriti, mentre 632 corpi sono stati estratti dalle macerie delle abitazioni distrutte.
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**5. La Corte penale internazionale respinge la richiesta di sospendere l’indagine sui crimini di “Israele” a Gaza**
I giudici della Camera d’appello della Corte penale internazionale hanno respinto un nuovo ricorso presentato da “Israele” per fermare l’indagine sui crimini commessi nella Striscia di Gaza, confermando così la prosecuzione delle procedure giudiziarie, comprese le indagini e i mandati di arresto emessi.
I giudici hanno confermato una precedente decisione della Camera preliminare, che aveva concluso che non esisteva una “nuova situazione” tale da imporre al pubblico ministero di riavviare le procedure o di inviare una nuova notifica a “Israele”.
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**6. I crimini dell’occupazione a Gaza e la complicità internazionale vincono i Premi europei di vignetta 2025**
Il vignettista olandese Tjeerd Royaards ha vinto il Premio europeo di vignetta 2025 per un’opera audace che denuncia i crimini dell’occupazione israeliana a Gaza e mette in luce il silenzio e la persistente complicità della comunità internazionale contro il popolo palestinese.
Il secondo posto è andato al vignettista giordano Emad Hajjaj per un disegno che critica l’assurdità dei negoziati sulla Striscia di Gaza e il loro protrarsi senza risultati concreti.
L’annuncio dei premi è avvenuto durante una cerimonia tenutasi presso la Biblioteca Centrale dell’Aia. Il premio è considerato uno dei più importanti in Europa dedicati alla vignetta politica. Il primo premio è stato assegnato a Royaards per il suo lavoro pubblicato sul quotidiano olandese *Trouw*, mentre il secondo posto è stato condiviso da Emad Hajjaj e dalla vignettista turca Zehra Ömeroğlu. Lo svizzero Patrick Chappatte ha ricevuto una menzione speciale.
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**7. Commissaria europea: gli aiuti a Gaza devono fluire come un fiume, non goccia a goccia**
La commissaria dell’Unione europea per l’Uguaglianza, la Preparazione e la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib, ha affermato che gli aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza devono entrare in grandi quantità, sottolineando che un ingresso frammentato non soddisfa i bisogni crescenti della popolazione.
Le sue dichiarazioni sono state rilasciate ai giornalisti a margine della riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione europea a Bruxelles, dove ha affrontato le restrizioni imposte da Israele all’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia.
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**8. L’Italia sospende l’espulsione di un imam egiziano dopo dichiarazioni a sostegno della Palestina**
La Corte d’appello di Torino ha deciso, lunedì, di rilasciare l’imam egiziano Mohamed Shaheen, dopo aver sospeso le procedure di espulsione avviate con l’accusa di rappresentare una minaccia per la sicurezza pubblica.
La Corte ha accolto i ricorsi presentati dagli avvocati di Shaheen, dopo che il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi aveva avviato nei suoi confronti una procedura di espulsione in seguito a dichiarazioni rilasciate durante una manifestazione a sostegno della Palestina lo scorso ottobre.
Le autorità avevano detenuto Shaheen in un centro di rimpatrio sull’isola di Sicilia, prima che la Corte accogliesse i ricorsi dei suoi avvocati e stabilisse che le sue dichiarazioni non costituivano una minaccia per la sicurezza.
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**9. L’Assemblea generale dell’ONU conferma a larga maggioranza il diritto dei palestinesi all’autodeterminazione**
L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che afferma il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione, con una maggioranza schiacciante che riflette l’ampio sostegno internazionale alla causa palestinese.
Hanno votato a favore 164 Paesi, mentre solo otto si sono opposti: Israele, Stati Uniti, Micronesia, Argentina, Paraguay, Papua Nuova Guinea, Palau e Nauru. Nove Paesi si sono astenuti: Ecuador, Togo, Tonga, Panama, Figi, Camerun, Isole Marshall, Samoa e Sudan del Sud.
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**10. Francesca: l’app “Dov’è mio padre” consente all’esercito israeliano di rintracciare e colpire i palestinesi**
Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani nei territori palestinesi occupati, ha dichiarato che la complicità del settore privato ha svolto per decenni un ruolo centrale nel sostenere l’economia dell’occupazione, coinvolgendo numerose aziende in Europa, negli Stati Uniti e nel cosiddetto “Sud globale”.
Ha spiegato che questo sostegno non si è limitato ai produttori di armi o di macchinari pesanti, ma ha incluso anche banche, fondi pensione e grandi aziende tecnologiche, sottolineando che individui e istituzioni hanno beneficiato di tale complicità e della persistente impunità di “Israele”.
La relatrice ONU ha menzionato il coinvolgimento di grandi aziende tecnologiche, tra cui Amazon, Google e Microsoft, nella fornitura di servizi tecnologici e informatici all’occupazione, compreso l’accesso ai dati dei palestinesi, permettendo così lo sviluppo di sistemi di targeting di massa contro di loro.
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**11. Greta Thunberg sostiene lo sciopero della fame dei prigionieri palestinesi**
L’attivista ambientale svedese Greta Thunberg, membro della Freedom Flotilla, ha espresso la sua solidarietà a otto scioperanti della fame del movimento Palestine Action, che chiedono la chiusura delle fabbriche del produttore di armi israeliano Elbit.
Greta ha partecipato due volte alle Flottiglie della Libertà e della Resistenza per rompere l’assedio di Gaza ed è nota per il suo attivismo contro le forze di occupazione o chi collabora con esse.
Gli attivisti del movimento Palestine Action, noti come i “Filton 24”, sono un gruppo che nel 2024 ha preso di mira una fabbrica israeliana Elbit, causando perdite per milioni di dollari.
Gli attivisti restano tuttora detenuti e hanno intrapreso uno sciopero della fame da circa 42 giorni, per protestare contro la loro detenzione e chiedere la fine dell’armamento dell’occupazione.
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**12. Musicisti portoghesi boicottano “Eurovision 2026” contro la partecipazione di Israele**
Diciassette musicisti portoghesi partecipanti al programma di selezione nazionale “Festival da Canção” hanno annunciato il loro rifiuto di rappresentare il Portogallo al Concorso Eurovision della Canzone 2026, anche se ufficialmente selezionati, in protesta contro la continua partecipazione di “Israele” alla competizione.
Ciò avviene dopo che l’Islanda si è unita a Irlanda, Spagna, Paesi Bassi e Slovenia nel ritirarsi dall’edizione 2026.
In una dichiarazione, gli artisti hanno affermato il loro rifiuto di qualsiasi “complicità nelle violazioni dei diritti umani”, criticando il doppio standard che ha portato all’esclusione della Russia nel 2022, mentre Israele continua a partecipare nonostante il genocidio a Gaza.
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**13. Protesta davanti alla BBC contro il suo silenzio sul processo ai “Filton 24” e sul genocidio**
Alcuni attivisti solidali con la Palestina hanno protestato davanti agli uffici della BBC Sussex a Brighton, nel Regno Unito, denunciando il silenzio della British Broadcasting Corporation (BBC) riguardo al processo degli attivisti “Filton 24” e la sua persistente indifferenza verso il genocidio in corso contro il popolo palestinese.
I manifestanti hanno scandito slogan a sostegno della Palestina, affermando che la loro azione mirava a chiamare i media britannici a rispondere della loro complicità mediatica, minimizzando il genocidio in corso a Gaza e evitando di coprire i crimini dell’occupazione e le cause pro-palestinesi, tra cui la detenzione e il processo di attivisti contrari al commercio di armi in Gran Bretagna, noti come i “Filton 24”.
Gli attivisti hanno sottolineato che l’ignorare il caso dei “Filton 24” da parte della BBC riflette un chiaro pregiudizio nella copertura mediatica e contribuisce a ripulire i crimini dell’occupazione e a reprimere le voci solidali con la Palestina nel Regno Unito.
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**14. Paesi europei aiutano Israele a rubare il gas palestinese**
Mentre ai palestinesi viene negato il diritto di sfruttarlo, un rapporto investigativo italiano rivela che Paesi europei acquistano gas estratto da Israele dalle acque palestinesi al largo di Gaza.
