
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2299, data: sabato 20 dicembre 2025
Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2299, data: sabato 20 dicembre 2025
1. Sei martiri, tra cui bambini, in un attacco israeliano contro un centro di accoglienza a Gaza**
Sei palestinesi sono stati uccisi e altri feriti a seguito di un bombardamento di artiglieria israeliano che ha preso di mira una scuola che ospitava sfollati nel quartiere di Al-Tuffah, a nord-est di Gaza City, in una nuova violazione dell’accordo di cessate il fuoco in vigore nella Striscia.
Fonti locali hanno riferito che l’esercito di occupazione ha bombardato l’area intorno alla scuola di Al-Tuffah, vicino all’ospedale Al-Durra, causando la morte di martiri — alcuni ridotti in pezzi — e il ferimento di diverse persone all’interno della scuola, che ospitava centinaia di sfollati.
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**2. Mille pazienti morti in attesa di evacuazione medica da Gaza**
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato che oltre mille pazienti palestinesi sono morti mentre attendevano l’evacuazione medica dalla Striscia di Gaza dal luglio 2024, a causa delle continue restrizioni sull’uscita dal territorio per ricevere cure all’estero.
Il direttore generale dell’OMS, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che 1.092 pazienti sono morti in attesa di evacuazione medica tra luglio 2024 e novembre 2025, sottolineando che questo numero è “probabilmente inferiore a quello reale”.
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**3. Medici Senza Frontiere: i bambini di Gaza muoiono di freddo, gli aiuti devono essere intensificati**
Medici Senza Frontiere (MSF) ha avvertito dell’aumento delle morti infantili nella Striscia di Gaza a causa del freddo intenso, mentre continuano le restrizioni imposte dalle autorità di occupazione all’ingresso degli aiuti umanitari. L’organizzazione ha chiesto con urgenza di consentire un’intensificazione degli aiuti per permettere ai palestinesi di resistere alle successive ondate di maltempo.
MSF ha riferito che un neonato di 29 giorni è morto giovedì all’ospedale Nasser, nel sud di Gaza, solo due ore dopo il suo arrivo nel reparto pediatrico supportato dalle équipe di MSF, spiegando che i tentativi di salvarlo sono falliti a causa di una grave ipotermia.
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**4. Dipendenti dell’UNRWA a Gaza protestano contro i licenziamenti e la sospensione degli stipendi**
Dipendenti dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA) nella città di Gaza hanno organizzato un sit-in per protestare contro decisioni di licenziamento arbitrario e la sospensione degli stipendi dei colleghi che si trovano all’estero.
Il presidente del sindacato dei dipendenti dell’agenzia, Mustafa Al-Ghoul, ha dichiarato durante la protesta che la manifestazione è una risposta alle ingiustizie subite dai lavoratori e al licenziamento di alcuni senza alcuna giustificazione, sottolineando l’importanza della permanenza dell’UNRWA per il sostegno al popolo palestinese.
Ha aggiunto che i casi dei dipendenti si accumulano e che vengono commesse ingiustizie nei loro confronti, precisando che ci sono 20 dipendenti licenziati sulla base di accuse infondate e senza alcuna indagine.
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**5. Preoccupazione dell’ONU per le sanzioni statunitensi contro giudici della Corte Penale Internazionale**
Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso profonda preoccupazione per le recenti sanzioni statunitensi imposte a due giudici della Corte Penale Internazionale.
Il vice portavoce dell’ONU, Farhan Haq, ha dichiarato in conferenza stampa che “il segretario generale ha espresso la sua profonda preoccupazione per le sanzioni contro due ulteriori giudici della CPI in base all’ordine esecutivo, nonché per le sanzioni in corso contro altri funzionari della CPI e delle Nazioni Unite”.
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**6. Nazioni Unite: la carestia a Gaza arretra, ma persiste l’insicurezza alimentare**
Le Nazioni Unite hanno annunciato che la carestia a Gaza è terminata, ma che la grande maggioranza della popolazione della Striscia continua ad affrontare livelli elevati di insicurezza alimentare.
L’organismo con sede a Roma che supervisiona la “Classificazione integrata delle fasi della sicurezza alimentare” (IPC) ha dichiarato: “Dopo il cessate il fuoco approvato il 10 ottobre 2025, l’ultima analisi mostra un netto miglioramento della sicurezza alimentare e della nutrizione”.
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**7. Amnesty International chiede di fermare una nave che trasporta equipaggiamento militare verso l’occupazione**
Amnesty International ha chiesto di adottare misure per fermare la nave “Holger G”, di proprietà di una società tedesca, che trasporta 440 tonnellate di munizioni ed equipaggiamenti militari verso Israele.
L’organizzazione, con sede nel Regno Unito, ha affermato in un comunicato che la nave batte bandiera portoghese ed è salpata dall’India verso Israele con a bordo 440 tonnellate di componenti di munizioni esplosive, missili e acciaio destinato a uso militare.
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**8. 170 artisti belgi condannano la partecipazione dell’occupazione all’Eurovision**
Centosettanta artisti belgi hanno condannato la decisione dell’emittente radiotelevisiva belga di partecipare all’Eurovision Song Contest 2026 a causa della partecipazione dell’occupazione, ritenendo la scelta un ignorare i crimini e le violazioni commesse contro il popolo palestinese.
Il quotidiano francofono *La Libre Belgique* ha pubblicato una lettera congiunta firmata dagli artisti, nella quale essi esprimono il rifiuto della politicizzazione degli eventi artistici e culturali e del loro utilizzo a fini propagandistici.
Gli artisti hanno affermato che il governo dell’occupazione ha sfruttato per anni grandi eventi artistici e culturali a scopi di propaganda, per distogliere l’attenzione dall’occupazione e dal sistema di apartheid praticato contro il popolo palestinese.
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**9. L’Eurovision minacciato di collasso per l’insistenza sulla partecipazione di Israele**
Il giornalista americano-europeo Dave Keating ha dichiarato che l’Eurovision Song Contest potrebbe diventare insostenibile se altri Paesi si unissero a quelli che hanno annunciato il ritiro in protesta contro l’ammissione di Israele.
Keating ha spiegato che l’Unione Europea di Radiodiffusione non sarebbe in grado di attuare le riforme necessarie per far rientrare i Paesi ritirati, osservando che l’ignorare i ripetuti avvertimenti degli Stati partecipanti ha aggravato la crisi.
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**10. La “Coalizione Palestina” nel Regno Unito condanna la repressione del diritto di protesta**
La Coalizione Palestina nel Regno Unito ha espresso preoccupazione e condanna per le misure crescenti adottate dal governo laburista contro gli attivisti pro-Palestina che si oppongono al genocidio.
In una dichiarazione pubblicata sul sito della Palestine Solidarity Campaign, ha affermato che negli ultimi giorni si è registrata una “notevole escalation nei tentativi di reprimere il movimento di solidarietà con la Palestina, con politici e polizia che confondono pericolosamente la protesta con il terrorismo, a seguito del terribile attacco a Bondi Beach (in Australia), e che rappresentano falsamente il sostegno ai diritti palestinesi come una minaccia per gli ebrei”.
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**11. Appelli ad agire contro il festival SXSW per la sua complicità con aziende coinvolte nel genocidio**
Il sindacato dei musicisti e dei lavoratori alleati (UMAW), la coalizione Austin for Palestine (AFP) e la Campagna palestinese per il boicottaggio accademico e culturale di Israele (PACBI) hanno invitato il festival SXSW ad adottare una rigorosa politica etica nei suoi programmi e partenariati.
L’appello è arrivato dopo che precedenti edizioni di SXSW hanno visto la partecipazione di relatori provenienti da aziende e personalità coinvolte nella complicità con il genocidio a Gaza, tra cui società come Palantir e la banca Barclays, e figure come Tony Blair, oltre a sessioni con grandi aziende tecnologiche come Amazon, Google e Microsoft, accusate di sostenere l’occupazione israeliana.
Le organizzazioni hanno sottolineato che l’assenza di una politica etica espone gli artisti a partecipare a eventi complici di criminali di guerra, evidenziando che il boicottaggio culturale globale è diventato uno strumento potente per contrastare tale complicità.
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**12. Quarantasette giorni di fame dietro le sbarre per solidarietà con la Palestina**
Quarantasette giorni di fame dietro le sbarre, perché hanno scelto di stare dalla parte della Palestina. Dai “Filton 24” nel Regno Unito ai nostri prigionieri nelle carceri israeliane, la solidarietà resterà sempre un atto legittimo, non un crimine.
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**13. Rivelato un aumento del 660% degli arresti di sostenitori della Palestina nel Regno Unito**
Dati ufficiali britannici hanno mostrato un aumento senza precedenti degli arresti per quelli che le autorità classificano come “reati di terrorismo”, con il numero salito da 248 a 1.886 arresti in un solo anno fino a settembre 2025, pari a un aumento di circa il 660%, dopo il divieto del movimento “Palestine Action” e la sua designazione come “organizzazione terroristica”.
Secondo i dati, l’86% degli arresti era legato al movimento, in particolare nei primi tre mesi dall’entrata in vigore del divieto (luglio–settembre), che da soli hanno registrato 1.706 arresti. La decisione criminalizza l’appartenenza o il sostegno al movimento con pene fino a 14 anni di carcere, persino per il semplice possesso di striscioni o l’uso di abiti con il suo nome.
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**14. Distrutti 47 piatti davanti al Ministero della Giustizia in solidarietà con gli scioperanti della fame nel Regno Unito**
Una protesta senza precedenti si è svolta davanti al Ministero della Giustizia, dove i sostenitori degli attivisti “Filton 24” hanno rotto 47 piatti davanti all’edificio, in riferimento simbolico al numero dei prigionieri in sciopero della fame — un piatto per ogni scioperante.
I manifestanti hanno affermato che l’azione mirava ad attirare urgentemente l’attenzione sulla situazione degli scioperanti della fame e a chiedere una risposta alle loro richieste umanitarie.
I gruppi di protesta hanno invitato il ministro della Giustizia, David Lammy, a tenere un incontro urgente con i rappresentanti degli scioperanti, ritenendo la situazione un’emergenza che richiede un intervento immediato per prevenire il peggioramento delle condizioni di salute dei detenuti e garantire i loro diritti fondamentali.
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**15. Proteste accese negli Stati Uniti per chiedere la fine dell’armamento di Israele**
Attivisti pro-Palestina hanno bloccato l’ingresso dell’edificio del porto di Oakland, negli Stati Uniti, chiedendo l’interruzione delle spedizioni militari verso Israele.
