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Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2309, data: martedì 30 dicembre 2025

Bollettino del Centro media palestinese europeo Epal, numero 2309, data: martedì 30 dicembre 2025

1. Coloni rubano le pecore di un agricoltore palestinese**

Un cittadino palestinese documenta il recinto delle sue pecore completamente vuoto dopo che coloni israeliani lo hanno preso d’assalto durante la notte e hanno rubato tutte le pecore, nella cittadina di Silwad, a nord-est di Ramallah, nella Cisgiordania occupata.

### **2. Decine di coloni fanno irruzione nei cortili di Al-Aqsa ed eseguono rituali talmudici**

Coloni hanno fatto irruzione nei cortili della moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, sotto una forte protezione delle forze di occupazione israeliane. Fonti di Gerusalemme hanno riferito che decine di coloni hanno effettuato incursioni nei cortili della moschea ed eseguito pubblicamente rituali talmudici, accompagnati da passeggiate provocatorie, canti e applausi.

### **3. UNRWA: l’inverno rigido a Gaza aggrava una sofferenza che dura da oltre due anni**

Il Commissario generale dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (UNRWA), Philippe Lazzarini, ha dichiarato che il rigido inverno nella Striscia di Gaza sta aggravando una sofferenza che perdura da oltre due anni, a causa della guerra israeliana contro l’enclave.
Lazzarini ha spiegato che “più pioggia” a Gaza significa “più miseria, disperazione e morte”. Ha aggiunto che la popolazione vive in “tende fatiscenti e allagate, in mezzo alle macerie”, sottolineando che gli aiuti umanitari “non arrivano nelle quantità necessarie”.

### **4. La diffusione dell’epatite A a Gaza riflette l’aumento della contaminazione delle reti idriche**

Bashar Murad, direttore dei programmi sanitari della Mezzaluna Rossa Palestinese a Gaza, ha avvertito della diffusione dell’epatite virale di tipo A nella Striscia di Gaza, affermando che si tratta di un chiaro indicatore della contaminazione dell’acqua potabile a seguito dei gravi danni subiti dalle reti idriche.
Murad ha spiegato che circa l’80% delle reti idriche del territorio è stato distrutto durante i recenti scontri, costringendo le famiglie a fare affidamento sul trasporto dell’acqua. Le analisi di laboratorio hanno rivelato la presenza di virus e batteri responsabili di disturbi gastrointestinali.

### **5. Indagine Euro-Med: un attacco israeliano ha ucciso 15 membri della famiglia Abu Nahl a Rafah**

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani ha rivelato che un attacco aereo israeliano mirato ha colpito uno “chalet” a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, il 17 febbraio 2024, uccidendo 15 membri della famiglia Abu Nahl, tra cui 13 bambini e una donna, senza alcuna necessità o giustificazione militare.
L’organizzazione ha precisato che i risultati dell’indagine si basano su mesi di lavoro, che hanno incluso sopralluoghi sul campo, il confronto delle testimonianze di sopravvissuti e testimoni oculari, nonché un’analisi tecnica dei materiali digitali.

## **Europa**

### **6. Manifesti denunciano il trasporto di merci dell’occupazione da parte di CAF in città spagnole**

Il gruppo della Marcia Globale verso Gaza ha pubblicato filmati che mostrano la diffusione di manifesti di protesta in diverse città spagnole, tra cui Zigoitia, Zuya e Urkabustaiz. I manifesti riportano un messaggio chiaro secondo cui la società CAF aiuta uno Stato che commette un genocidio.
CAF (Construcciones y Auxiliar de Ferrocarriles) è una grande azienda spagnola specializzata nella produzione di treni, sistemi ferroviari e infrastrutture di trasporto, con sede nei Paesi Baschi, nel nord della Spagna.
L’azienda opera in progetti di trasporto in Europa e fuori dall’Europa, inclusa la facilitazione del trasporto di merci per progetti a sostegno dell’occupazione, rendendola un bersaglio frequente di campagne di boicottaggio e protesta.

### **7. Bloccato lo shopping al centro commerciale Eaton di Toronto per la complicità nel genocidio**

Al centro commerciale Eaton di Toronto, manifestanti hanno interrotto lo shopping durante il Boxing Day, uno dei giorni di maggior affluenza commerciale dell’anno, per sensibilizzare sulla complicità del governo canadese in quello che definiscono il genocidio israeliano contro i palestinesi di Gaza e della Cisgiordania.
I manifestanti, contrari al sostegno istituzionale e politico del Canada, hanno esercitato una pressione diretta sulle aziende presenti nel centro, anche organizzando restituzioni di libri in massa, rallentando gli acquisti e ritardando le operazioni nei negozi durante le ore di punta.
Queste azioni fanno parte di una serie di proteste in corso in Canada, in cui i partecipanti chiedono al governo e alle forze politiche di assumere una posizione più ferma contro l’aggressione a Gaza e di interrompere il sostegno militare e politico che, a loro avviso, contribuisce ai crimini contro i civili.

### **8. Processo a un attivista sostenitore di “Palestine Action” per la prima volta in Scozia**

Un attivista filo-palestinese comparirà davanti alla giustizia, diventando la prima persona in Scozia a essere perseguita ai sensi della legge antiterrorismo per il suo sostegno al movimento “Palestine Action”.
Sean Clerkin comparirà davanti al tribunale di Glasgow l’8 gennaio, in seguito al suo arresto durante una manifestazione filo-palestinese lo scorso luglio, dove avrebbe esposto un cartello con la scritta: “Genocidio in Palestina… è tempo di agire”.
L’ex ministra dell’Interno britannica, Yvette Cooper, aveva proposto il divieto del movimento a giugno, dopo che dei manifestanti avevano spruzzato vernice rossa su due aerei presso la base della Royal Air Force di Brize Norton, nell’Oxfordshire.

### **9. Campagna contro Tesco a sostegno di un lavoratore che ha rifiutato di maneggiare prodotti israeliani a Belfast**

Il movimento di boicottaggio di Belfast ha indetto una nuova giornata di pressione contro Tesco nel Regno Unito e in Irlanda, dopo la sospensione di un dipendente che aveva rifiutato di maneggiare prodotti israeliani. L’iniziativa prevede chiamate continue ai negozi per tenere occupate le linee telefoniche per tutta la giornata.
Il movimento ha dichiarato che l’azione prosegue precedenti mobilitazioni che hanno attirato l’attenzione sul caso, considerando la sospensione una violazione della libertà di coscienza sul posto di lavoro e un segnale della continua collaborazione di Tesco con prodotti legati, a loro avviso, al genocidio dei palestinesi.
Secondo gli organizzatori, l’obiettivo è fare pressione sulla direzione di Tesco affinché reintegri il lavoratore sospeso, gli consenta di rifiutare la gestione di tali prodotti e, infine, interrompa completamente la vendita di prodotti israeliani.

### **10. Il gruppo “Mothers Against Genocide” invia una lettera alla polizia di Govan per chiedere conto a Elbit**

Il gruppo “Mothers Against Genocide” ha consegnato una lettera ufficiale alla stazione di polizia di Govan, chiedendo l’apertura di un’indagine penale contro la società Elbit Systems per la fornitura di armi e attrezzature militari all’occupazione.
Durante una protesta tenutasi all’interno della stazione, il gruppo ha affermato che tali forniture vengono utilizzate direttamente nell’aggressione in corso contro i palestinesi, sostenendo che la prosecuzione delle attività dell’azienda dal territorio scozzese pone la Scozia in una posizione di complicità nel facilitare un genocidio in corso.
La lettera sottolinea che Elbit Systems è una delle più grandi aziende belliche israeliane, con un curriculum documentato nella fornitura di sistemi di sorveglianza e armamenti utilizzati a Gaza e in Cisgiordania. Il gruppo ha chiesto alle autorità scozzesi di assumersi le proprie responsabilità legali e morali e di interrompere qualsiasi cooperazione o facilitazione concessa all’azienda.

### **11. Marcia a Copenaghen a sostegno dei prigionieri palestinesi**

La capitale danese, Copenaghen, ha ospitato una grande marcia di solidarietà a sostegno dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri dell’occupazione e per denunciare le politiche di detenzione arbitraria e di incarcerazione senza processo.
La marcia ha attraversato le principali strade della città, con la partecipazione di attivisti e sostenitori di diverse nazionalità e provenienze, che hanno sventolato bandiere palestinesi e cartelli che chiedevano la libertà dei prigionieri e il rispetto del diritto internazionale umanitario.
I partecipanti hanno evidenziato il caso del medico detenuto Abu Safiya, considerando il suo arresto come un attacco al personale medico palestinese e un tentativo di mettere a tacere le voci umanitarie che operano sotto assedio e bombardamenti. Hanno affermato che l’arresto di medici e paramedici costituisce una grave violazione delle norme internazionali e rientra in una politica sistematica volta a smantellare le strutture sanitarie e umanitarie palestinesi.
I manifestanti hanno ribadito che la questione dei prigionieri è centrale nella lotta palestinese e hanno chiesto un’azione internazionale urgente per ottenere il loro rilascio immediato e porre fine alla tortura e ai maltrattamenti nelle carceri.

## **Internazionale**

### **12. La pressione popolare costringe Minneapolis a cancellare il contratto con un’azienda legata all’occupazione**

Dopo oltre un anno di campagne di pressione comunitaria, la città statunitense di Minneapolis ha annunciato la cessazione del finanziamento del contratto con l’azienda israeliana di sorveglianza digitale Zencity, le cui tecnologie sono state originariamente sviluppate all’interno dell’Unità 8200 dell’intelligence militare israeliana.
La decisione è arrivata in seguito alle preoccupazioni della comunità locale riguardo al coinvolgimento dell’azienda in violazioni dei diritti dei palestinesi e al suo ruolo in pratiche di polizia razziste negli Stati Uniti. La campagna “Cut the Contract” ha indicato che la cancellazione del finanziamento permetterà alla città di risparmiare 112.500 dollari nel bilancio del 2026.
La campagna ha incluso numerose attività, con gruppi come la Palestine Liberation Coalition e Jewish Voice for Peace che hanno organizzato seminari, workshop e una petizione firmata da oltre 2.000 persone.

### **13. L’Università di Georgetown rimuove il nome di Albanese dall’elenco dei suoi ricercatori**

L’Università di Georgetown ha interrotto i rapporti con la Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sui Territori Palestinesi Occupati, Francesca Albanese, e ha rimosso la sua pagina di presentazione dal sito dell’università tra i ricercatori affiliati.
Attivisti hanno diffuso un’immagine che mostra come la sua pagina sia stata rimossa e sostituita da un messaggio che indica un errore nella pagina richiesta.
Albanese era descritta dall’università come avvocata, ricercatrice internazionale e autrice di numerose pubblicazioni e analisi sulla questione dei rifugiati palestinesi.

### **14. Un’indagine documenta il massacro: bombe statunitensi hanno annientato una famiglia palestinese durante una cena di nozze**

Nel contesto della documentazione dei massacri israeliani commessi contro la popolazione della Striscia di Gaza nei luoghi di sfollamento e nei rifugi temporanei, una nuova indagine dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani ha rivelato tutti i dettagli di un’uccisione di massa perpetrata dalle forze di occupazione contro la famiglia Abu Nahl a Rafah, nel sud di Gaza.
L’attacco ha causato la morte di 15 civili, tra cui 13 bambini e una donna, senza alcun preavviso né giustificazione militare.

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